Sono periodi delicati, sono periodi drammatici, sono periodi di stallo, sono periodi di rabbia, a seconda di come la vuoi vedere. Io sono una persona passionale e vivo le mie emozioni a pieno, cercando di gestirle e non far sì che siano loro a gestire me.
Mi focalizzo ora su quello che è il mio lavoro, su quello che vedo, su quello che so e che so fare. Vedo tanta paura e tanta confusione, ma sopratutto vedo i #numeri. E i numeri sono preoccupanti, specie per la provincia di Ancona, dove vivo.
Poi, nel mio piccolo, vedo molti piccoli imprenditori che sanno fare e hanno fatto bellissime cose, ma senza un processo, senza un metodo, che è quello che poi ti serve in questi momenti. Quel che dico sempre: per crescere servono persone, strumenti e risorse. Fra le persone naturalmente ci sono i clienti, ma anche i collaboratori, i fornitori, le #relazioniprofessionali. Nello stesso settore, a parità di dimensione aziendale e con un target molto simile o coincidente, coloro che hanno meno difficoltà sono quelli che hanno attivato corpose e collaborative relazioni professionali con altri imprenditori, professionisti e attori del territorio e del mercato. Dico questo perchè ho guardato i #numeri e ho molto chiaro che quello che ho seminato in questi anni come #cultura della relazione professionale e della collaborazione, del passaparola attivo e mirato è stato veramente vincente, ha creato un altro modo di vedere la propria attività e il proprio lavoro. Un altro mindset, per usare un termine che ora è molto usato. E gli imprenditori e i professionisti che hanno relazioni professionali profonde e collaborative e anche un metodo di lavoro, un processo commerciale, una strutturazione validata, snella e partorita con un grande lavoro organizzativo e strategico, ora sono in difficoltà, ma non in crisi.
Certo, poi (arrivando alla voce risorse) serve il credito e serve una buona gestione: se l’azienda lavora tanto e guadagna poco, allora il problema è nella gestione. E’ successo anche a me, tempo addietro.
Non si può sapere fare tutto e serve chiedere aiuto, circondarsi dei collaboratori giusti, dei consulenti più adatti al tuo caso, avere chiaro in mente dove si vuole andare e quale piano B mettere in campo quando serve.
E, come scrivevo all’inizio del lockdown di marzo, io sono d’accordo che spesso il piano B non basti. Serve avere anche il piano Z,ossia una idea, una soluzione, un progetto molto lontano dal business attuale, ma che possiamo mettere in campo come se fosse un paracadute d’emergenza.
Ho ideato il format “Il Colore del Tuo Business” per questa ragione: per capire in modo inequivocabile in che stato di salute è l’attività dei piccoli, delle partite iva, dei liberi professionisti, dei piccoli imprenditori, degli artigiani, di tutti coloro che ogni giorno fanno una dannata fatica a tenere tutto in piedi, e spesso si sentono soli e scoraggiati e non sanno da dove cominciare per rimettere tutto a posto. O per cambiare colore, come ormai dico io, fare un passo in avanti, iniziare a vedere o rivedere un cambiamento, una speranza.
Giovedì 19 novembre presento questo mio progetto di consulenza, somministrando un piccolo test e simulando la modalità di ricerca di soluzioni per la propria attività…. e al tempo stesso i partecipanti si confronteranno fra loro, facendo anche un pò di networking (che di questi periodi è proprio quello che manca e al tempo stesso quello che serve).
Stare a fianco ai più piccoli, in questo momento, significa anche questo: aiutarli a trovare le soluzioni e a cambiare colore.
Prenota il tuo posto 

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