Qualche giorno fa, parlando con un gruppo di imprenditori e professionisti, ho citato il concetto di pianificazione e di definizione di obiettivi professionali e personali.
Alla mia domanda “Chi di voi fa una pianificazione attenta dei propri obiettivi professionali e personali?” ho visto solo un paio di mani alzate in modo convinto, gli altri sviavano un pò lo sguardo.
Come arrivare a centrare un risultato se non si identificano le azioni che portano ad esso, i tempi, i modi, le persone che ci possono aiutare, se non si calendarizzano non solo le attività, ma anche le sotto attivita?
Ad esempio, nei miei obiettivi personali c’era (a scadenza 31.12.17) l’inizio della attività fisica. Quando questo non era un obiettivo, ma un buon proposito, ogni giorno era buono per rimandare. Uno degli assist che mi fornivo con piacere era “Non ho l’attrezzatura, le mie scarpe sono vecchie, non ho tempo per andare a comprarne di nuove, gli orari della palestra non mi vengono incontro”. Fantastico! Chi si ritrova in questo atteggiamento? Credo molti.
Quindi, ho naturalmente scorporato le azioni che mi portavano all’obiettivo, ossia, nel caso di specie, “iniziare a fare attività fisica in maniera organizzata, costante e seguita da un esperto entro il 31.12.17”.
Quindi ho calendarizzato la ricerca della palestra, l’incontro con un esperto che mi consigliasse, lo studio dei servizi e degli orari (ne ho una a 300 metri da casa aperta 16 ore al giorno, difficile trovare alibi), l’acquisto delle attrezzature.
Un semplice foglio di excel, o un foglio di Google calendar, se preferiamo, ma non una to do list. Perchè per gli obiettivi serve un foglio di agenda con slot di orari, attività, tempi morti, costi ecc…
Oggi ho ricevuto una newsletter niente meno che da Philip Kotler, il padre del marketing.
Si intitolava “Pianifichi i tuoi risultati?” Mi aveva battuta sul tempo, stavo per scrivere io questo post.
Poi ho letto, e stavolta credo di averlo battuto io. Parte dalla considerazione degli obiettivi per poi finire nel neuromarketing: la sua newsletter, in realtà, stavolta intendeva occuparsi di neuromarketing e promuovere un autore a lui vicino. Il che significa: potete fare quello che volete, cari lettori, ma tutto dipende dal vostro cliente. Quindi, perchè non farsi aiutare dal neuromarketing per capire quanto e se come prevedere il comportamento del nostro target, così da tarare i nostri obiettivi e riuscire a centrarli?
Io lavoro con gli imprenditori da 30 anni. Pur essendo cambiato moltissimo negli ultimi 15, anche grazie ad un nuovo valore riconosciuto alla formazione continua interdisciplinare, gli imprenditori e i professionisti che incontro hanno quasi sempre due aree migliorabili: la pianificazione e la definizione degli obiettivi (spesso escludendo i macro obiettivi economico finanziari, ma non sempre) e l’implementazione della strategia commerciale (inclusi i commerciali stessi, in primis).
Credo che i miei clienti, così come la maggior parte dei piccoli imprenditori (e ricordiamo che sono la maggior parte, non i medi, ma proprio i piccoli, se pur bravi, se pur organizzati, se pur con un bellissimo brand e una bella azienda, sono prevalentemente imprenditori di piccole dimensioni), abbiano bisogno di un aiuto a fare questo: pianificare, delineare una strategia, organizzare le azioni, utilizzando bene le risorse più preziose insieme al denaro: il tempo e le persone.
L’articolo si concludeva con un riferimento alle relazioni: e su questo, permettetemi, so cosa dico.
IL valore delle relazioni si fonda sulla conoscenza reciproca del proprio business, della propria persona e della propria vision.
Consulenza su come mantenere e avviare relazioni con il cliente interno, il prospect, il cliente esterno, il cliente on line, off line, gli influencers ecc… la fanno tutti, da anni.
Consulenza su come rendere il proprio business più di successo attraverso il marketing relazionale e attraverso una maggiore collaborazione sostanziale e reciproca con la propria rete, permettetemi, ad ora la faccio bene io.
Ora è il momento delle relazioni: quindi, se si vuole parlare di valorizzazione delle relazioni in chiave professionale, sappiate che ci sono modi più innovativi, più belli, meno manipolatori del neuromarketing.