C’è un metodo per fare ogni cosa, anche per ciò che sembra estremamente facile e, come dice qualcuno, “presente nel nostro DNA”. Un mio cliente, imprenditore da 35 anni, molto conosciuto sul territorio e molto attivo in associazioni, clubs e gruppi vari, mi dà sempre l’esempio di cosa NON SIA una rete di relazioni come la intendo io. Ossia una rete che serve al business, che fa crescere, che sviluppa il senso di collaborazione, che è anche utile a livello personale perchè è sicuramente reciproca e composta da persone con le quali comunque ti piace stare, non soltanto lavorare.
“Conoscere tanta gente” ed essere “ben radicati nella propria collettività”, “ben conosciuti” e naturalmente “ben apprezzati” non significa avere una rete di relazioni professionali: significa che tanta gente sa chi sei e cosa fai, sa qualche cosa di te e della tua azienda, e sa che può, alla bisogna, chiederti un favore, un aiuto e magari uno sconto.
Il 23 maggio, dopo un semestre di assenza, torniamo a parlare di “cosa fare per costruire una rete di relazioni” diversa da quella del mio cliente. Luigi Paladini ed io terremo questo workshop rivolto proprio a chi è consapevole della importanza della rete, ha capito come strutturarla, ma deve capire come fare per renderla solida e magari ampliarla.